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Dopo la seconda guerra mondiale, l'ingegnere
italoamericano Francis Melwin Rogallo
brevettò l'ala flessibile biconica
autostabile, detta appunto "Ala Rogallo".
Gli studi di Rogallo, tecnico dell'agenzia
spaziale americana NASA, furono in prima
istanza finalizzati alla realizzazione di un
paracadute per l'atterraggio morbido di
veicoli e satelliti di ritorno dai voli
spaziali (Gemini e Apollo).
L'ala fu ampiamente sperimentata, ma non fu
mai utilizzata pienamente per uso militare o
spaziale ed alla fine abbandonata.
I Leonardini erano
un'applicazione della NASA dell'ala di
Rogallo, ideata per paracadutare velivoli al
rientro dallo spazio. In pratica si trattava
di un triangolo di tela applicato a una
semplicissima struttura in tubi di
alluminio, il controllo era su due soli assi
per mezzo dei piani di coda, la stabilità
laterale era assicurata dal baricentro molto
abbassato che creava un forte "effetto
pendolo". Il motore era generalmente quello
del "Maggiolino" Volkswagen.
Nella Bassa Reggiana di questi Leonardini se
ne andavano costruendo diversi, con
personali modifiche, che ognuno riteneva
"migliorative".
l'ultimo leonardino ancora presente come ricordo storico di Pietro A
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